Proposte e controproposte del PDL; leghisti in trincea e divisi tra maroniani e bossiani; appelli alla “responsabilità” (anche se la parola mi fa prudere le mani) che cadono nel vuoto. Questo, ad oggi e per tacer dell’opposizione, il quadro del surreale dibattito sul decreto varato dal Governo a metà agosto. Un decreto approvato in tutta fretta e su precisa richiesta europea, un decreto che rappresenta il prezzo pagato dall’Italia alla BCE per l’acquisto dei titoli di Stato del nostro Paese.
Sarà un po’ tardi per chiederselo, ma se l’Eurotower non fosse intervenuta, che cosa sarebbe successo? Forse i mercati avrebbero continuato a prenderci di mira, non perché i cattivi speculatori e gli orridi plutocrati vogliono il nostro male, ma perché l’Italia ha delle debolezze oggettive, politiche, strutturali, economiche e di bilancio. E forse, quindi, i legislatori improvvisati sarebbero stati costretti a fare qualcosa di più e di meglio; l’opposizione a rispondere con maggiore concretezza, piuttosto che fare della tassazione dei capitali già scudati la propria bandiera; le Camere a correre, invece che a riunirsi con tutta calma entro i canonici 60 giorni dal varo del provvedimento; gli italiani avrebbero capito meglio ancora l’urgenza del momento. Chissà…
Comunque, se di frittata trattasi, è già fatta.