Un sunto di tre giorni e il clima che si respira


Il workshop Ambrosetti di Cernobbio – su questo Giulio Tremonti ha ragione – è più un dovere che un piacere. E se lo dice il ministro che dileggiava gli economisti (Roubini/Houdini, per chi ne avesse memoria), c’è da credergli. Come sottolineava molto bene Dario Di Vico nel suo pezzo sul Corriere di domenica e che trovate anche sul suo blog, i temi affrontati da sempre in questo appuntamento sono ritornati centrali. Il mondo, l’Europa, i grandi scenari che Tremonti ama tratteggiare costellandoli di citazioni, sono il corpo centrale delle sfide che i cossiddetti policy makers sono chiamati ad affrontare. 

Già, i “cosiddetti” policy makers. Perché come sostiene giustamente Giacomo Vaciago, economista della Cattolica di Milano, la politica è esattamente quello che manca, in questo quadro, nonostante ve ne sia una domanda crescente. Non è solo l’Italia il punto, ovviamente. Basta guardare all’assurdo atteggiamento tedesco, improntato a calcoli elettorali che – come il voto di ieri dimostra – la Merkel sbaglia regolarmente: la massacrano lo stesso, rigore o non rigore. O al surreale dibattito sul debito negli Stati Uniti, nel quale hanno contato, più di qualsiasi altra cosa, le presidenziali del 2012.  

La politica non c’è, dunque. Ulteriore testimonianza ne è il debolissimo discorso di Tremonti proprio a Cernobbio e la delusione che ha generato: non più di un brevissimo applauso, a differenza di come è stato accolto l’accorato intervento di Giuseppe Zadra. Lo riferiscono bene i colleghi dell’Inkiesta in questo pezzo

Qualche voto

Tremonti / 4 – Intervento debole, come si diceva, e con un preambolo abbastanza inutile. L’insistenza sugli Eurobond è difficilmente comprensibile, a questo punto. Dire che gli inglesi li appoggiano è insensato: sono fuori dall’Euro, in realtà non glie ne frega niente.

Maroni / 7+ – Ha il difetto di appartenere ad un Governo che non sta facendo gran figura. Ma ha il vantaggio e la bravura di saper stare zitto quando è il momento. Questo è il momento di tacere e lui lo ha quasi fatto. 

Frattini / 5 – Dichiara che il Governo insisterà con la BCE perché continui a comprare titoli, ritratta il giorno dopo. Bah

Trichet / 6 – Una sufficienza che vale come un senza infamia e senza lode. Ha detto quello che doveva dire. Ha evitato di cenare con Tremonti probabilmente per non ferire l’animo di quei rompiballe dei tedeschi. Tutto questo non ne fa un grande banchiere centrale, anzi. 

Zadra / 8 – Tosto, tostissimo, ma in grado di interpretare un umore diffuso. E anche piuttosto coraggioso. Come riferisce ancora Di Vico non ha ricevuto risposta. 

Marcegaglia / 7 – Non perché è il mio editore. Ma perché sta riuscendo a comprendere la cosiddetta “pancia” dell’associazione ed elabora proposte sensate. Quella sul patrimonio in dichiarazione dei redditi non è niente male.  

Roubini / 6+ – E’ sempre lui, Mr Doom. Forse però un po’ troppo preso dalla parte. 

E se vi viene in mente altro, ditelo. 

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