La CGIL e la battaglia contro l’apertura domenicale dei negozi


Doverosa premessa: pur con tutti i suoi difetti, ho in genere un grandissimo rispetto per il sindacato. Anche per le posizioni che non condivido per nulla, come quella sull’articolo 18 e sul licenziamento per motivi economici. Ma, almeno, è un’idea argomentata, per quanto, a mio giudizio, antiquata, con pochi sbocchi, destinata ad essere perdente. C’è però una cosa che veramente non capisco (e non sono il solo): guardate questo scambio di tweet.

L’argomentazione è, chiaramente, di una debolezza assoluta e non si capisce perché questa battaglia debba essere condotta per i commessi dei negozi e non per i giornalisti, i tassisti, ristoratori e camerieri, facchini e cameriere degli alberghi, baristi, dipendenti dei cinema, dei teatri, dei parchi, dei musei, metronotte. Per parlare solo dei servizi non essenziali (escludendo quindi forze di polizia, medici ecc.).

Ma c’è di più. I dipendenti, come è noto, lavorando la domenica guadagnano di più: sarei curioso di sapere quanti di loro sarebbero felici di rinunciare a quei soldi in favore di una giornata completamente libera. Ancora: alla domenica lavorata corrisponde quasi certamente un giorno libero durante la settimana, visto che lavorare 7 su 7 è illegale. Siamo sicuri che quel giorno in mezzo alla settimana non faccia comodo? Non sia un momento per fare cose che di solito non si ha tempo di fare, come la fila alle poste o qualche operazione in banca?

La realtà è che i tempi di vita e di lavoro delle persone stanno cambiando radicalmente. Il numero di single è enorme (a Milano la maggioranza delle famiglie, per esempio) e chissà se della domenica a questa fetta della popolazione interessa davvero qualcosa.

Infine, chissà cosa interessa della domenica ai commessi di altre religioni. Ma questo è ancora un altro discorso.

28 Risposte

  1. Mi schiero anche io tra quelli che “sinceramente non capiscono”, è incredibile come si pretenda di tenere le cose farme e immobili senza capire che è il mondo in cui ci siamo “ficcati” che detta le regole… bah !!

  2. Premetto che, vivendo solo e facendo il consulente IT, sono un fan sfegatato delle aperture domenicali.
    Ho parlato alcune volte con chi lavora nella GDO e assimilati e ci sarebbe, effettivamente un problema legato allo sfruttamento di ALCUNE persone bisognose. Da quello che mi e’ stato raccontato (ma non ho dati certi per sostenere la tesi), ALCUNI responsabili di ALCUNI punti vendita costruirebbero i turni in modo tale da fare in modo che chi ha piu’ bisogno di lavorare con straordinari (mutuo, debiti, situazioni spiacevoli) faccia solamente i turni “peggiori”.
    Pero’ e’ qui dove dovrebbe entrare, secondo me, la funzione di sorveglianza e controllo del rappresentante sindacale. Dove sono i sindacati quando vedono quei comportamenti?
    Sarebbe bello che, prima di fare queste manifestazioni erga omnes e un po’ populiste, sanassero degli abusi locali, se dimostrabili.

    1. In negozio siamo in due e lavoriamo obbligate tutte le festività perché NON sono avvenute assunzioni e tenere aperto tutte le domenicHe nn serve A nulla distrugge le famiglie e fa chiudere i piccoli negozi

  3. 1. due cantonate in un solo articolo: l’articolo 18 non regola i licenziamenti per motivi economici
    2. i lavoratori del commercio che lavorano la domenica NON hanno aumento della retribuzione a causa delle liberalizzazioni selvagge degli orari.

    Il punto 2 risponde anche alle domande di luigi rosa: i sindacati non possono fare niente se non ci sono delle regole a cui appellarsi. no regole, no contrattazione collettiva in grado di contrastare gli abusi che segnali. fare le manifestazioni erga omnes serve proprio ad informare sulla situazione, e da questo articolo direi che ce n’è davvero molto bisogno

    1. La domenica è festivo. Il festivo laborato è retribuito come tale.

      1. No Spetia, non è così! I contratti più recenti prevedono 6 giorni alla settimana (senza distinzione fra lunedì o domenica). Infatti i “vecchi” (come dicevo nel mio post) non lavorano quasi mai la domenica perchè l’azienda deve corrisponde un surplus festivo. I “nuovi” invece non si possono opporre e vengono pagati praticamente la stessa cifra. Questa è l’Italia, questa è la grande distribuzione.

      2. Sono andato a guardarmi il CCNL del commercio (rinnovo 2011) e risulta una maggiorazione del 25%. Se ci sono altri tipi di contratto, ammetto l’ignoranza. Ma la battaglia non dovrebbe essere per prevedere la maggiorazione, piuttosto che per avere negozi/supermercati chiusi?

      3. Se va bene 15€ in piu

  4. Sa perchè non lo capisce? Perchè, come me, lei fa un lavoro che le piace e giustamente retribuito, inoltre se l’è scelto. Quindi a noi non pesa lavorare 24/7. Cerchiamo di pensare un attimo a persone meno fortunate e al modello economico che conosciamo e che ci ha portato diverse, pesantissime crisi, è cioè il modello consumistico (che non è sinonimo di capitalistico). Siccome i consumi sono fermi si pensa di aumentare le possibilità di acquistare.
    Quindi non ti serve quel bene, ma se non hai da fare e passi di qui, lo compri lo stesso. A me sembra questa idea quella fuori dal tempo. Non bastano le aperture straordinarie a turnazione dei centri commerciali? A me sembra di si. In questo modo uno si può anche organizzare una vita perchè il calendario è predeterminato. Se invece un negozio è aperto 7 giorni su 7 succede che i VECCHI dipendenti (coi vecchi contratti) la scampano. I giovani (coi nuovi contratti) invece sono sotto continuo ricatto per 4 soldi. Indennità o straordinari ridicoli.
    E poi ha senso continuare a mettere al primo posto i profitti delle multinazionali? Ha senso il modello insostenibile della crescita perpetua? Non le sembra evidente che la piccola bottega familiare non può permettersi di pagare un dipendente che lavori la domenica? Quindi diamo per scontato che debbano sacrificarsi? Pensiamo ad un futuro dove un anziano di 90 anni che non guida debba arrangiarsi per arrivare al centro commerciale fuori porta perchè vicino a lui han chiuso tutti? Mi torna in mente Funari che si lamentava del fatto che la domenica non poteva comprare le sigarette; pace all’anima sua, il fumo uccide, esistono i distributori automatici e ti puoi comprare una razione doppia al sabato no?
    Credevo che lo schiavismo lavorativo fosse morto con la rivoluzione industriale. Invece mi accorgo che è come la moda, torna in auge ciclicamente.
    A me piacciono ancora i paesi fuori dalle città. Gli acquisti veloci dalla persona che conosco. Mi piace una società dove un commesso possa coltivarsi un hobby (canto, ballo,viaggi) o semplicemente farsi una vita sociale nella quale può PROGRAMMARE un’uscita o una scampagnata. Realizzare un mondo di schiavi (o così o quando ti scade il contratto ti sostituisco) perchè tutte le domeniche voglio poter consumare un po’ lo trovo un tantino egoistico. A meno di illudersi che in Italia c’è solo brava gente sensibile ai bisogni della gente, babbo natale, la fatina dei denti ecc. ecc.
    Saluti
    PS:Il lavoro deve essere una priorità, ma non può essere l’unico aspetto della vita. Per queste cose ci sono le macchine.

  5. se ne fa sempre una questione di vittimismo. Spiace riscontrare che i “sindacati” che hanno fatto la storia e difeso diritti vitali dei lavoratori, si perdano ora a difendere princìpi anacronistici: liberalizzare è futuro! Quando avremo superato lo scoglio della novità ci chiederemo come sia stato possibile fare diversamente. Apriamo le menti!

  6. Reblogged this on Su Seddoresu.

  7. no_aperture_domenicali |Rispondi

    Mi tocca nel profondo leggere questo articolo, da cui si capisce che lo scrivente non è ben informato sulla realtà dei fatti, già espressa nei messaggi precedenti ai miei. Ribadisco che chi ha ‘scelto’, se così si può dire, di fare questo lavoro, l’ha probabilmente fatto in un momento in cui la domenica era ancora considerata la giornata per stare con i propri cari. E non è semplice o a volte possibile cambiare lavoro in un periodo come quello che viviamo. Con questa liberalizzazione selvaggia, oltre a non incrementare le vendite e danneggiare i piccoli esercenti, si stanno distruggendo le famiglie dei lavoratori del commercio. Le mamme non riescono a stare con i figli, le coppie non possono condividere nulla se non 2-3 ore la sera. Sono questi i valori che vogliamo abbia la nostra società? E poi, perchè allora non tenere le porte aperte nei comuni la domenica? Non è anche questo un servizio al cittadino? Perchè non tenere aperti uffici e officine anche la domenica? Non farebbe bene alla produzione? Forse perchè gli stessi cittadini che difendono i propri diritti a spada tratta e non vogliono rinunciare alla loro famiglia, nemmeno di sabato, sono poi gli stessi che con moglie e figli vanno a prendere lo zucchero al centro commerciale la domenica (‘è così comodo!’) senza preoccuparsi minimamente della vita degli altri, di tutte le persone che ‘schiavizzate’ sono costrette a rinunciare alla cosa che più conta, gli affetti. Sottolineo ancora che i nuovi contratti considerano il lavoro domenicale come normale, senza pagamento dello straordinario. Inoltre non avvengono generalmente nuove assunzioni perchè si fanno turnare i dipendenti che c’erano prima della liberalizzazione. Ad ogni modo, la maggior parte dei dipendenti, rinuncerebbe volentieri a quel giorno di riposo infrasettimanale e ritornerebbe al riposo domenicale e, quando pagato, rinuncerebbe pure all’incremento di stipendio dovuto al lavoro festivo. Questo articolo dimostra solo molto egoismo e una perdita dei veri valori…che tristezza. Oltre a tutto ciò, la liberalizzazione non porta nè incrementi all’occupazione, nè alle vendite…se poi qualcuno non sa cosa fare la domenica e ha bisogno dei negozi aperti, beh, mi fa pure una gran pena…

    1. Sono perfettamente d’accordo sul fatto che anche altri servizi (nel pubblico, per esempio) dovrebbero essere aperti di domenica. Confesso di essere una di quelle persone che “non sa cosa fare la domenica” e a causa di settimane troppo intense, mi sono ritrovato a fare spesa e anche shopping nel giorno di teorico riposo. Confesso anche di essere uno di quelli che la domenica lavora, spesso e con scarso piacere. Ma con la certezza che qualcuno deve pur farlo.

      1. Noi commessi siamo costretti a lavorare TUTTE le festività non xscelta ma x ricatto.

  8. no_aperture_domenicali |Rispondi

    Dimenticavo, caro Simone Spetia, farebbe bene ad informarsi meglio prima di scrivere della sciocchezze, altrimenti fa cattiva informazione, oltre che danni!

  9. icittadiniprimaditutto |Rispondi

    Reblogged this on i cittadini prima di tutto.

  10. ecco spetia, se lei non sa cosa fare la domenica, è un problema suo. si trovi degli hobby, degli impegni, le farà senz’altro bene. come farebbe bene a quei lavoratori costretti a una flessibilità insensata (perchè, diciamocelo, l’apertura domenicale NON AUMENTA LE VENDITE) poter seguire i loro hobby e i loro affetti.
    due piccioni con una fava.

    1. Facciamo una cosa, iniziamo a parlare come persone civili. Poi viene tutto il resto. Le mie domeniche (spesso di lavoro) non son un argomento che attiene al tema. Grazie.

  11. icittadiniprimaditutto |Rispondi

    Reblogged this on i cittadini prima di tutto.

  12. Io invece sono d’accordo con la protesta della Cgil. Mi schiero dalla parte di quelli che “capiscono”.
    Vorrei vedere allora i figli andare a scuola di domenica, il giorno di pasqua e di natale, e di tutte le altre feste, anche il primo maggio. Vorrei vedere marito e moglie andare a lavorare ogni giorno trecentosessantacinque giorni l’anno senza incontrarsi mai. Vorrei vedere se così si riesce a recuperare il valore fondamentale della domenica, di stare insieme con la famiglia, un bisogno fisiologico fondamentale per la realizzazione di un’intera esistenza.
    Dimenticate che la Costituzione Italiana prevede il sacrosanto diritto del lavoratore alle ferie retribuite e al riposo settimanale di almeno ventiquattro ore, per ritemprare le forze.

  13. Noto con piacere che anche parole di senso compiuto fronte agli svarioni liberalizzazionalisti di chi, OVVIAMENTE, la domenica non lavora. Come l’autore di questo post.

    Sono un fotografo, che ha studiato per esserlo e lo faccio da dieci anni. Ho 25 anni. Siccome non sono un deficiente con una reflex digitale ho bisogno di una mensilità e di cercare lavoro presso un fotografo non se ne parla. C’era la crisi, c’è sempre stata da quando la mia generazione è entrata nel lavoro.
    Trovo lavoro presso un negozio di fotografia all’interno di una galleria di un centro commerciale.
    Trattati a pesci in faccia, orari assurdi (staccare alle 21.30 è alienante anche lavorando 6/7). Ah già, e ricordiamo appunto che nella migliore delle ipotesi si lavora 26 giorni al mese invece che 22 come la maggior parte delle persone.
    Non abbiamo scelto noi questi orari (a differenza dei citati commessi dei negozi e non per i giornalisti, i tassisti, ristoratori e camerieri, facchini e cameriere degli alberghi, baristi, dipendenti dei cinema, dei teatri, dei parchi, dei musei, metronotte… ) e la fine peggiore e più meschina la fa chi lavora nei negozi assoggettati a questi orari perché i soldi per nuove assunzioni non ci sono e tocca a noi fare megaturni inconciliabili con la vita di qualsiasi essere umano.
    Facendo chiarezza sulla questione del “giorno libero” posso rispondere direttamente alla domande del post: NO, non fa comodo quel giorno di riposo in mezzo alla settimana.
    Io sono uno di quelli e ti rispondo così. Soddisfatto?
    Poi che c…o vuol dire “fa COMODO”? Tutti ne hanno due, per legge, io ne ho uno e devo anche ringraziare la divina provvidenza?
    Tutto questo giustificato dai clienti della domenica (una razza a parte…) dicendo: “non ho tempo”.
    Io rispondo sempre che siamo noi, invece, quelli che non abbiamo tempo e siccome stiamo aperti 13 ore al giorno, tutti i giorni, io non ci credo che uno non ha tempo di comprare pane, latte e zucchero durante la settimana. Persino se non può più comprarli nel negozio sotto casa che ha CHIUSO perchè in questo Paese si è costruita una sequela insensata di centri commerciali che ha ucciso migliaia di negozi. Ma è un altro discorso, sempre grave…

    Detto ciò, so bene che sono solo parole al vento perché tanto, sono tutti froci con il culo degli altri e la gente continuerà ad entrare nei centri commerciali la domenica, finché saranno aperti.

    Non mi aspetto certo un boicottaggio solidale da un branco di decerebrati egoisti.

    1. Come vedi ho approvato il commento anche se piuttosto scorretto. E che parte dalla premessa sbagliata: lavoro almeno due domeniche al mese, a volte tre.

      Della cosa, francamente, ho beneficiato: ho la possibilità di vivere “pezzi” della settimana che normalmente non vivo, passare tempo normale (e non solo festivo) con i miei tre figli, fare altre cose nei giorni di riposo. Per esempio: uffici pubblici, banca, shopping senza negozi intasati stile sabato ecc.

      Un invito, nel caso tu voglia tornare a frequentare questo blog o a controrispondere: il linguaggio, please.

  14. ho appena sentito in tv, durante un servizio di “striscia”, un commento di marco rizzo che era più o meno: “questi sindacati servono ai sindacalisti, non ai lavoratori”.
    secondo me in questo post e nei suoi preziosi commenti, ci può stare.

  15. no_aperture_domenicali |Rispondi

    Caro Simone Spetia, oggi ha pubblicato l’articolo ‘Il suicidio di Vincenzo Di Tinco (una breve in cronaca e la crisi)’. Ricordi che grazie alle aperture domenicali tanti piccoli esercenti dovranno chiudere e si troveranno nella crisi più nera, in quella stessa situazione in cui Vincenzo Di Tinco si è trovato e a cui non ha retto. Non conosco la storia di questo povero uomo ma per certo la situazione di difficoltà economica è comune a moltissimi piccoli esercenti, soprattutto a seguito di questa liberalizzazione e della non possibile concorrenza con la grande distribuzione. Se lo ricordi prima di scrivere articoli come questo, con cui appoggia in pieno i grandi centri commerciali e decreta la fine delle famiglie dei dipendenti e dei piccoli commercianti. Non può mettere sale sulle ferite e poi asserire che le fa pena il ferito. Altrimenti è un ipocrita figlio di quella stessa ipocrisia che domina la nostra società, debole con i forti e forte con i deboli. In quanto al suo godere del giorno infrasettimanale le rispondo che una cosa è scegliere, un’altra essere obbligati a quella scelta. Non ci vuole una grande intelligenza per capirlo.

  16. […] lettore del blog ha incrociato due post: il primo nel quale sostenevo l’apertura domenicale degli esercizi commerciali, il secondo nel quale […]

  17. […]  sapendo che mi beccherò una discreta quantità di improperi, come già avvenuto quando si è discusso di apertura domenicale dei negozi. C’è chi scrive che il concetto di  libertà non può essere ridotto allo […]

  18. Non sono avvenute nuove assunzioni, si lavora costretti TUTTE le festività’ e non c e nemmeno rientro economico la nostra vitA e’ distrutta per 15 euro in più

  19. Simone spetia prima di parlare dovrebbe provarlo questo lavoro e l’obbligo la domenica di lavorare e non perché non sappiamo cosa fare ma perché è così punto e basta. io parlo da una che lavora in un centro commerciale che è chiuso 4 volte l’anno!!!! E’ UNO SCHIFO!!!

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