Proprio strana questa maggioranza. Sembra opposizione
Riporto integralmente la dichiarazione di Maurizio Bianconi, vice capogruppo del PDL alla Camera, Maurizio Bianconi, per dare la misura di quanto sia “strana” questa maggioranza.
Il vero campione olimpico italiano è Mario Monti. Da quando si è insediato, ha inanellato una seria infinita di record: medaglia d’oro per aver reso l’Italia il Paese con la piu’ alta pressione fiscale al mondo; medaglia d’oro per aver portato con le sue politiche recessive la disoccupazione al 10,8%, la piu’ alta dal 2004; medaglia d’oro per aver reintrodotto l’Imu, facendo maledire chi con tanti sacrifici ha acquistato casa; medaglia d’oro infine per non essere riuscito a far diminuire lo spread, smascherando così i tanti soloni che sostenevano che bastava mandare a casa Berlusconi per far crollare il differenziale con i Bund tedeschi. E dopo tutti questi impareggiabili successi, il campione olimpico Monti si permette pure di fare la lezioncina alla politica, bacchettando i partiti per non aver fatto i compiti a casa. Un errore la politica italiana lo ha commesso: votare al suo governo troppe fiducie a scatola chiusa. Per il resto professor Monti, ma ci faccia il piacere
Una degna conclusione della legislatura (commentino di stamattina per i GR, versione scritta)

L’onorevole siciliano Cateno De Luca in un’affascinante immagine di qualche anno fa (fonte Ateneonline)
Per fortuna, in serata, la commissione regolamento dell’Assemblea Regionale Siciliana ci ha messo una pezza. Di certo quella di ieri è stata una degna conclusione della legislatura, mentre la Regione è in crisi di liquidità e gli stessi stipendi dei deputati sono in ritardo.
La prima commissione, di nome Affari istituzionali, è riuscita a denigrare (ancora una volta) l’aggettivo di cui si fregia, varando una dozzina di nomine nel giorno che precede le dimissioni di Raffaele Lombardo dalla presidenza. Ci sono, manco a dirlo, direttori generali di aziende sanitarie come quelle provinciali di Ragusa, Agrigento, Messina e Catania; ci sono presidente e componenti del Consorzio autostrade siciliane e vertici di qualche altro ente. Grande caos, proteste dell’opposizione e persino di quel pezzo dell’opposizione che sfuma in maggioranza, ammesso che queste categorie, da oggi, abbiano ancora un senso. Tutto annullato in serata, si diceva.
Nel frattempo anche il Governo regionale ha fatto il suo, dimostrando nuovamente di non essere propriamente in linea con lo spirito di austerità che domina il Paese: dalle norme sulla spending review – la revisione della spesa – sono state stralciate interamente quelle (fotocopia delle nazionali) che prevedevano un taglio dei dirigenti del 25% e del personale del 20%. Il capolavoro sono le parole dell’assessore all’economia Gaetano Armao “Abbiamo deciso di sostituire i commi con una nuova versione che stabilisce le linee guida rimandando i contenuti a un regolamento governativo da emanare entro il 30 settembre”. A me, francamente, suona quasi come un mai.
Spending review alla siciliana e la supercazzola dell’assessore
Oggi, mentre la prima commissione la prima commissione dell’Assemblea regionale siciliana approvava una dozzina di nomine, la giunta, al suo ultimo giorno di lavoro (domani Lombardo si dimette) stralciava dalla spending review le norme sulla riduzione del personale. Un vero capolavoro la dichiarazione dell’assessore Armao
Abbiamo deciso di sostituire i commi con una nuova versione che stabilisce le linee guida rimandando i contenuti a un regolamento governativo da emanare entro il 30 settembre
Ma noi, al posto dei Tedeschi, quanto avremmo concesso? Molto poco, temo.
Sul Sole 24 Ore in edicola ieri è uscito un servizio che va davvero letto. Illustra l’effetto spread sulle aziende e riporta, a titolo di esempio iniziale, la differenza tra Enel e RWE: due aziende elettriche, stesso identico rating presso le principali agenzie, ma i bond dell’italiana, sul secondario, hanno tassi nove volte superiori. L’impatto di tutto questo sull’intero settore industriale è evidente, come già si faceva notare da queste parti prendendo ad esempio la diatriba Fiat/VolksWagen. Ora, immaginate che non si parli di Enel o di Fiat, ma, per esempio, di una media impresa della meccanica, settore di export di eccellenza italiano e di tradizionale concorrenza con i tedeschi.
Se fossimo stati noi Italiani ad avere una condizione di conti pubblici invidiabile, fossimo “pagati” per rifinanziare il nostro debito pubblico grazie a rendimenti negativi sui titoli di Stato, godessimo di un vantaggio competitivo mostruoso per le nostre aziende, siamo proprio sicuri che avremmo concesso condivisione del debito, ampio mandato della BCE ed erogazioni di denaro facili a chi non ha fatto i compiti a casa? Personalmente nutro qualche dubbio.
Il nuovo insulto dei deputati siciliani: “Ci trattate come fornitori”
Il presidente dell’assemblea regionale siciliana Cascio, a fronte del ritardato pagamento degli stipendi ai deputati della Regione, si lamenta così:
L’assessore all’Economia Gaetano Armao tratta l’Ars alla stregua di un qualunque fornitore, o di un ente. Ma l’Ars e’ un organo istituzionale di valenza costituzionale e di conseguenza l’erogazione dei trasferimenti sono sempre stati effettuati d’ufficio.
Ma Cascio sbaglia: i pagamenti verso i fornitori sono – come è noto -molto ma molto più lenti
Perché Marchionne si lamenta di Volkswagen
In molti, io per primo, sono rimasti stupiti dalle dichiarazioni rilasciate da Sergio Marchionne all’Herald Tribune: la politica di sconti aggressivi del colosso tedesco, sostiene l’amministratore delegato di Fiat, è “un bagno di sangue”. “E’ la concorrenza, bellezza”, ho pensato. E invece no e questo articolo di Bloomberg dedicato al mercato francese dell’auto lo spiega molto bene.
Volkswagen, ricordiamolo, si finanzia presso le banche tedesche, quindi ad un tasso del 2%, e quando si arriva al concessionario avviene la seguente cosa
French buyers pay as little as 1.9 percent annual interest on 10,000 euros ($12,280) in financing from Volkswagen, the company says. From Peugeot, the same loan would cost around 11.6 percent annually, according to the automaker’s website. Renault says it charges 5.9 percent.
E’ lo spread, bellezza.
Ma che bella questa cosa
E’ il 2010 e a Pomona, South California, inizia la sperimentazione di tre nuovi modelli di autobus. Questi.
E’ elettrico e quella roba là sopra è la stazione di ricarica; l’autista ci passa sotto, attiva un sistema automatico ed esce una specie di braccio che si aggancia per una decina di minuti, che bastano a completare il processo. Un tempo ridottissimo.
Ora il sistema serve 21 città della South California. Secondo la Proterra, che produce il sistema, i risparmi oscillano tra un minimo di 300.000 e un massimo di 420.000 dollari per ogni autobus spalmati su 12 anni solo dal lato carburante (tra l’altro negli USA costa molto meno che da noi) e tra i 75.000 e i 100.000 di manutenzione.
L’inutile agitarsi intorno ai dati sulle assunzioni
I dati Excelsior Unioncamere diffusi ieri, secondo i quali la quota di assunzioni a tempo indeterminato è scesa al 20% nel secondo trimestre dell’anno e resterà su questi livelli anche nel prossimo trimestre, sono molto poco indicativi. E’ stata in gestazione per qualche mese (approvata da pochissimo) una riforma del mercato del lavoro che promette di cambiare in maniera decisa la stessa struttura del tempo indeterminato/tempo determinato. Al lungo processo di gestazione ne seguirà un altro, sperabilmente più breve, di approvazione di decreti attuativi e implementazione. E’ presumibile che all’incertezza sulla situazione economica si sommi quella normativa: non assumo a tempo indeterminato se non so quali saranno le regole per i contratti del futuro. Per avere dati un po’ più seri bisognerà aspettare qualche mese.
Cose di cui non sentiremo la mancanza
Con il decreto sulla spending review vengono cancellati
– L’Ente nazionale per il Microcredito
– L’Associazione Luigi Luzzatti
– La Fondazione Valore Italia
Forse è la vera rivoluzione per le municipalizzate
Bisognerà vedere il provvedimento. Ma il testo del comunicato fa ottimamente sperare
E’ fatto divieto alle pubbliche amministrazioni di detenere partecipazioni in società controllate, direttamente o indirettamente che abbiano conseguito per l’anno 2011 un fatturato da prestazione di servizi a favore di pubbliche amministrazioni superiore al 90%. Le società a partecipazione totalitaria verranno sciolte entro il 31 dicembre 2013, ovvero, in caso di mancato scioglimento, non potranno ricevere affidamenti diretti di servizi