Sabato 16 settembre, dalle 9 del mattino, a Radio24 partirà una nuova trasmissione. Si chiamerà “#VotaAntonio – Come la rete cambia la politica”. Un modo anche questo di avvicinarsi alle elezioni che – salvo colpi di scena – si svolgeranno nel 2013.
Perché VotaAntonio
Se il titolo vi suona canzonatorio, sappiate che lo è solo in piccola parte. Uno dei paradossi della rete e – per essere più specifici – dei social network è che ci stanno riportando ad un rapporto diretto con la politica e i politici che si era perso da molti anni. Proprio come ne Gli Onorevoli, se qualcuno su Twitter vi dice “Vota La Trippa”, potete rispondergli “Sì, ar sugo”.
Ma la presa in giro e l’insulto (divertenti, non lo nego) sono la parte minore e meno nobile di questo rapporto diretto: la piccola rivoluzione che stiamo vivendo tutti, se ne sfruttiamo il flusso nella maniera giusta, potrebbe portare con sé un nuovo livello di partecipazione, di comprensione, di conoscenza per tutti i cittadini. Lo hanno vissuto i Paesi arabi, lo si vive nel dissenso russo, ma pensate anche – si sia d’accordo o no con le iniziative – al successo degli ultimi referendum e alla mobilitazione contro la parata del 2 giugno.
Cosa c’è in VotaAntonio
La trasmissione avrà qualche appuntamento fisso (uno di questi sarà analisi di dati dei nostri politici in rete per cui presterà la sua collaborazione Riccardo Puglisi) e alcuni punti fermi (non ci occuperemo solo d’Italia, naturalmente, anzi) ma sarà essenzialmente aperta: agli eventi della settimana, ma soprattutto ai suggerimenti, alle idee, alle opinioni di tutti. Non farlo sarebbe la negazione dei motivi che mi hanno spinto ad idearla.
(presto altri dettagli, anche sul sito della Radio)
Interessante e intrigante come tema; molto positiva IMHO la visione extra-italiana (senno’ sai che due palle una stagione di “faCisti” vs. “piduisti”).
Vi faccio i miei migliori auguri quando si aprira’ il periodo di [s]par condicio 🙂
Sono terrorizzato dalla par condicio. Dico davvero.
Se si può chiedere, perchè?
Perché restringe drammaticamente il campo di quello che si può fare giornalisticamente. Se tratti un tema specifico (per esempio i social network o il web) non è che tutti di tutte le parti politiche abbiano qualcosa da dire. Quindi rischi di accumulare boiate per poter fare cose interessanti