Questo pezzo di Dario Di Vico, scritto nei giorni successivi all’ultimo sciopero dei mezzi pubblici, lo tengo come faro. Perché parlando di quell’agitazione, parla in realtà del metodo dello sciopero che (in molti casi, non sempre, con i dovuti distinguo ecc.) è ormai un mezzo di lotta/rivendicazione che mi sembra abbia fatto il suo tempo.
Lunedì sciopereremo noi giornalisti per una questione di principio: si ritiene che – a differenza di quanto previsto dal Ddl Sallusti nella sua ultima versione – non debba essere previsto il carcere per il reato di diffamazione.
Non entro nel merito, ma penso che possa essere una nuova occasione per tenere aperto il dibattito sul metodo. Avrei preferito lavorare e chiedere all’azienda di devolvere quella giornata di lavoro a chi, come RSF per esempio, si occupa di chi tra noi rischia persino la morte (e nemmeno per una diffamazione, ma per aver solamente raccontato i fatti). Spero anche che questo dibattito si estenda a tutte le categorie di lavoratori, senza pregiudizi.