Su Twitter mi viene proposto questo paragone tra Renzi e Berlusconi
Non sono d’accordo sulla questione dei contenuti, quelli ci sono (validi o meno è altro tema). Raccomando però di non sottovalutare il fatto che, come in tutte le campagne elettorali, ogni candidato fa uso di questi mezzi, compreso Pierluigi Bersani.
L’emotività alla quale fa appello il segretario del PD è diversa: ci riporta a concetti come la solidità, ci fa sentire rassicurati, ci dà dei punti fermi. E’ in qualche modo il buon padre di famiglia, diviso tra l’Emilia contadina e l’Italia manifatturiera, proiettato in una dimensione nazionale, ma con l’occhio languido rivolto al tavolino del bar dove si gioca a Tresette. Il benzinaio di Bettola, da cui è partita la campagna, ne è l’esatta dimostrazione. Un’ampia parte del popolo di centrosinistra ritiene più accettabile questa personalizzazione della campagna elettorale rispetto a quella di Renzi.
Però si sappia che, più difficilmente percepibile, anche quella di Bersani è una tattica e anche lui parla alla nostra pancia, prima che al cervello.