Ora che Silvio Berlusconi ha circa il 15% dei consensi, che siamo certi che un’apparizione in tv in più o in meno non modificherà radicalmente le sue preferenze, che sappiamo che – sperabilmente – questa sarà la sua ultima campagna elettorale, possiamo dire con una certa serenità che la Par Condicio è una legge stupida.
Lo è perché i quotidiani, i settimanali, i mensili, nel frattempo, fanno quello che gli pare; lo è perché esiste internet ed esistono nuovi modi di formare le opinioni, che spesso hanno maggiore incisività di una seconda serata in una tv con pochi ascolti; lo è a maggior ragione in questa tornata elettorale, nella quale ci troviamo con una forza politica che ha deciso di non partecipare a talk show o programmi televisivi, lasciando radio e tv in uno stato di incertezza interpretativa mostruoso.
Ma lo è soprattutto perché costringe noi giornalisti ad abdicare ad uno dei nostri ruoli fondamentali: scegliere. E’ giusto che lettori, ascoltatori, telespettatori lo abbiano ben chiaro, perché talvolta giudicano come omissione ciò che non lo è: qualsiasi servizio, reportage, retroscena, editoriale o commento parte dalla scelta di cosa raccontare e cosa lasciare fuori. Il giudice, più o meno oggettivo, più o meno capace siamo noi.
Le nostre scelte nel raccontare la politica, per le prossime settimane, si baseranno su criteri meramente quantitativi. Il prodotto sarà, come in ogni tornata elettorale, insipido. Prendetela come l’ultimo lascito del Cavaliere: l’ennesima legge ad personam, ma fatta dagli altri.
Affinché la par conditio non sia la morte del giornalismo, è suggeribile
eliminare l’avverbio “sperabilmente” (cacofonico; esistono sinonimi migliori). In quell’avverbio è racchiuso il tuo lavoro da giornalista. Dove troveresti, altrimenti, nuovi ed interessanti argomenti nei quali potresti somministrare il lievito della tua pagnotta?
Non prendermi per una persona schierata fondamentalmente da una parte.
Se togli le imprese di Belusca, i fidanzamenti, le bandane, i botulini ecc..
cosa mi rimane da leggere? L’oroscopo?