Perché il Papa ha preso l’elicottero
La cosa me l’ha spiegata una collega che se ne intende più di me: in questo modo si evita la trafila, per esempio, di essere accolto su territorio italiano da un rappresentante del Governo e altre questioni cerimoniali. Ma soprattutto: i non Romani che stanno commentando la cosa in queste ore in maniera acida hanno la più vaga idea di cosa può scatenare il passaggio di un Papa dimissionario per le strade della Capitale? Secondo me è per cortesia istituzionale e verso i romani che se ne è andato volando, piuttosto che in auto.
Un’analisi lucidissima sulla vittoria mediatica di Grillo. Bravo @doonie, come sempre
Dino Amenduni mette in piedi la più accurata analisi che abbia visto finora sul successo elettorale e mediatico di Beppe Grillo. Segnalo, in particolare, il punto 6 (“Grillo come Mourinho”), che impone una riflessione anche a noi giornalisti su come trattare il leader che non è un leader e gli esponenti del suo partito che non è un partito.
In attesa delle prime espulsioni dal M5S? (cc @tommasolabate)
Nota Tommaso Labate su Twitter che già a breve nel Movimento 5 Stelle potrebbe esserci qualche problema. Grillo ha appena detto no ad una fiducia ad un eventuale Governo Bersani, ma le posizioni non sono nette. Zolezzi, uno dei neoletti, dice per esempio che l’appoggio ad un “Governo di scopo” è possibile; Alberti, sempre del M5S, spiega a Repubblica che “ancora non ci siamo confrontati tutti insieme ma l’orientamento è quello di dare la fiducia”. Vedremo.
La “piattaforma identitaria”
Scrive oggi Ezio Mauro nel suo editoriale su Repubblica
E allora la vera formula di sfida e insieme di ingaggio dei grillini è la partita del cambiamento, cominciando dalla politica e dalle istituzioni, con un pacchetto che comprenda il dimezzamento del numero dei parlamentari, il superamento del bicameralismo perfetto, la riduzione drastica dei costi della politica, l’abolizione dei privilegi, una vera legge anticorruzione, il conflitto d’interessi, il cambiamento della legge elettorale. Questa – insieme con le misure per il lavoro, col rigore combinato con l’equità, con la riduzione delle tasse per i ceti più deboli – deve essere la piattaforma non solo politica ma identitaria della sinistra dopo la sconfitta.
Però questa non è né una piattaforma politica, né una piattaforma identitaria: è una interessante raccolta di idee programmatiche in gran parte condivisibili da tutti. Dubito che l’aggettivo “identitaria” abbia ancora senso nell’anno di grazia 2013 e, per quanto riguarda la piattaforma politica, questa si costruisce quando si ha una visione del Paese e un’idea di come questo Paese debba essere. Il PD è oggettivamente diviso tra molte anime, ognuna con una lettura diversa di questa enorme crisi che ha travolto il mondo sviluppato. Così l’idea non ce l’ha, ce l’ha molto confusa o – a voler essere buoni – non ha saputo comunicarla. Semplice, no?
La storia che il Movimento 5 Stelle ha preso i voti dal PD
C’è ancora chi dice che il Movimento 5 Stelle ha preso voti al PD. Ma un partito che fa il 25% da zero ha preso voti da tutti: prendiamo il caso del Veneto, roccaforte del centrodestra e della Lega
La coalizione tra PDL, Lega e altri ha ottenuto 934mila voti, contro 1 milione 670mila del 2008. La differenza è di 736mila voti.
La coalizione tra PD, Sel e Tabacci ha ottenuto 686mila voti, contro i 948000 del 2008. La differenza è di 262mila voti.
Il Movimento 5 Stelle ha ottenuto in Veneto 775mila voti. A fare i conti ci si mette poco e questi conti dimostrano, tra l’altro, l’efficacia con la quale Grillo si è rivolto a quel mondo produttivo, fatto di piccole e piccolissime imprese e di autonomi del “mitico Nordest” che rappresentavano una base elettorale fondamentale della Lega e del Centrodestra in genere. Quel mondo al quale il PD non ha mai saputo o voluto guardare fino in fondo.
La deresponsabilizzazione #elezioni2013
Scrive Massimo Franco sul Corriere della Sera
E’ come se l’Italia avesse interiorizzato l’idea di una sospensione della democrazia
Valutazione interessante. Con calma, tra qualche tempo, varrà la pena interrogarsi su quanto questa “interiorizzazione” sia dovuta alla stessa esperienza del Governo Monti. Al voto di protesta contro l’austerità si potrebbe essere affiancata l’idea che qualcuno, dall’alto, risolverà i nostri problemi; che il Paese ce la farà perché comunque, alla fine, un salvifico presidente della Repubblica, un’Europa cattiva (ma utile), una BCE con le mani parzialmente legate (ma generosa) ci salveranno nel momento nel quale stiamo per cadere nel baratro. Insomma, l’idea che l’esperienza del Governo Monti, rispetto al votare un anno fa, ci abbia deresponsabilizzati.
In nessun caso Berlusconi avrà la maggioranza al Senato
Nel più chiaro schema che sia uscito in tema di voto e Senato, il professor D’Alimonte notava come in nessun caso il centrodestra può avere la maggioranza al Senato. Qua l’articolo integrale, che vi consiglio vivamente
No a Sodoma. Forza Nuova riprende il siparietto omofobico dei due di Fratelli d’Italia
Ero indeciso se metterlo su spinambulance, poi ho pensato che questo luogo era più adeguato. Perché, ecco, mi sembra un caso psichiatrico. (via @giorgio_deluca)
Ancora sulla vergognosa vicenda dei sondaggi
Nell’ultimo giorno di campagna elettorale, va in scena ancora una volta la lampante contraddizione insita nella norma che impedisce la pubblicazione dei sondaggi nelle due settimane che precedono il voto. Il rischio – questa la “ratio” – è che possano influire sul comportamento degli elettori, fuorviarli. Ma un titolo come quello del Corriere (qua sotto) o il pezzo del professor D’Alimonte non hanno un effetto anche peggiore?