Vittoria di Berlusconi? Tutto da vedere
Il principale obiettivo di questo Governo sarà quello di tirare fuori l’Italia dalle secche della crisi. Economia e Lavoro sono nelle mani di due tecnici, Sviluppo Economico nelle mani di un esponente PD, presidenza del Consiglio anche. Se Letta riuscirà nel compito, dubito che il PDL possa riuscire tanto facilmente ad intestarsi l’eventuale successo.
Rodotà dovrebbe chiedere chiarezza
Sarebbe bello se Stefano Rodotà, proprio perché persona stimabilissima e molto attento alle questioni di principio (per forza, è un giurista), chiedesse chiarezza a Beppe Grillo e al Movimento 5 Stelle sulle procedure di voto per le quirinarie e su quanti voti ha ricevuto ciascun candidato. Non che la cosa possa cambiare le carte in tavola, ma eliminerebbe un’innegabile ombra che al momento si staglia su tutta l’operazione.
Qualunquemente
Annoto quante imprese sono fallite dall’inizio dell’anno, quanti posti di lavoro si sono persi da quando la crisi è cominciata, quanto scende con costanza il credito e quanto questo alimenti fenomeni preoccupanti. Il partito che doveva offrire solidità si è liquefatto; quello nuovo, che doveva parlare delle “cose”, si fissa sui nomi; l’altro si arrocca. Sto diventando qualunquista, credo, ma a me sembrano matti.
Antonino il bamboccione
La vaghezza con la quale affrontava le domande nei talk show (lo faceva un po’ studente impreparato, di quelli che cercano di imbastire qualcosa perché non hanno studiato), il magrissimo risultato elettorale, i malriusciti tentativi di attribuire la colpa al Partito Democratico, i maldestri attacchi ai colleghi. Poi la vicenda di Aosta. Ecco, la vicenda di Aosta ci restituisce una perfetta immagine di Antonio Ingroia: si dibatte, accusa i poteri forti, intravede complotti, ma soprattutto in quella terra piena di montagne, neve,. cibi sconosciuti a lui ostili proprio non ci vuole andare, tanto da immaginare le dimissioni dalla magistratura. Una specie di bamboccione ultracresciuto che no, via dalla Sicilia non ci vuole andare. Un tipo pazzescamente italiano, che a questo punto, lo dico sapendo che la cosa non riscuoterà grande successo, mi fa persino tenerezza.
Ora vi diranno: “Anche Obama vuole tassare i più ricchi”
La notizia è appena uscita, ma già vedo avvicinarsi quintalate di retorica demagogica sulla patrimoniale e sulla tassazione dei redditi più alti, visto che “anche Obama lo fa”. Il piano per il budget annunciato poco fa prevede sì un incremento delle imposte per chi guadagna più di 1 milione di dollari. Ma – diciamolo subito a scanso di equivoci in buona e cattiva fede – si tratta del reddito annuale, non del patrimonio. Ah, e sapete a quanto arriverà l’aliquota minima? Al 30%.
Il prossimo presidente della Repubblica
Il Presidente della Repubblica, si dice, deve essere una figura di garanzia. Si cerca tra figure note, arcinote, anche tra riserve. La verità è che da molti anni la qualità del presidente è indipendente dal nome che si sceglie. Un po’ come il Papa: quando diventa Papa una gran parte del suo passato si annulla, è il Papa e basta. Se penso a Cossiga, Scalfaro, Napolitano penso a persone che hanno agito in maniera anche dissonante rispetto alle attese. Il nome che genera maggiori aspettative di garanzia ed equilibrio può condurre un settennato estremamente politico. E viceversa.
Agli eletti del M5S
Cari neodeputati e senatori, cari cittadini eletti in Parlamento per il Movimento 5 Stelle,
ancora una volta, questa mattina, ho dovuto fare una trasmissione nella quale non era rappresentato il 25% circa dell’elettorato italiano. Il tema che abbiamo affrontato oggi erano i pagamenti dello Stato alle imprese e ha visto la partecipazione del vicedirettore del Sole 24 Ore, Alberto Orioli, del relatore di maggioranza alla variazione di bilancio, Marco Causi, Pd, professore di economia a Roma 3 e Raffaello Vignali, PDL, persona che dell’attenzione alle imprese ha fatto la sua cifra politica. Alla richiesta di poter ospitare Azzurra Cancelleri, relatrice di minoranza, avvenuta tramite Daniele Martinelli, blogger e componente della struttura di comunicazione alla Camera, non ho ricevuto risposta.
La cosa mi dispiace perché penso, in questo modo, di dare un’informazione monca. Per esempio: mi avrebbe fatto comodo avere in onda la vostra opinione, quando ce ne siamo occupati, sulla vicenda dei due Marò, perché avrebbe acceso il dibattito, avrebbe consentito di mettere a confronto posizioni diverse e magari far emergere qualcosa di interessante (anche in quale caso risposta non pervenuta da Di Battista). Ma penso che la cosa rappresenti un problema anche per il vostro Movimento: da tempo sostenete di non voler partecipare alla “politica politicante”, ma occuparvi dei problemi. Eppure tutte le interviste che sono riuscito a rintracciare sui giornali negli ultimi giorni (quella di Vito Crimi sulla Repubblica di oggi, per esempio) sono esattamente su nomine, presidenze, commissioni, saggi. Penso anche che dobbiate qualcosa anche a coloro che vi hanno eletto, qualcosa che non si limiti ad un post su Facebook. Forse nel 2050, magari anche nel 2020, ci informeremo tutti solo via internet, ma oggi le principali fonti di informazione sono tv, giornali e radio. Il pubblico confronto, lo dovreste sapere bene voi che lo predicate in ogni dove, è un arricchimento della democrazia.
Sia chiara una cosa, però. Nel caso accettiate la sfida dei contenuti non vi aspettate un atteggiamento morbido. Sarete trattati come gli altri, valutati sulla base delle qualità delle soluzioni proposte e della profondità delle argomentazioni. Come da queste parti si è sempre fatto.