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Ohibò, siamo più competitivi degli Elvetici


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Ancora sulle aperture domenicali, o meglio sul lavoro domenicale. Il Foxtown di Mendrisio è uno degli outlet più noti in Lombardia: da Milano partono regolarmente pullman carichi di turisti dello shopping. Ora un consigliere comunale socialista si è impuntato: come è possibile che da sedici anni questo enorme centro commerciale sia aperto nel giorno del riposo, quello nel quale una legge federale prevede espressamente che non si lavori? Dalla famiglia Tarchini, proprietaria del Foxtown, rispondono che il 50% del fatturato viene fatto di domenica e che potrebbero anche andarsene, visto che il 75% dei clienti è non ticinese. La stessa legge svizzera, a guardar bene, sembrerebbe dargli ragione: vi si prevede che vi possano essere deroghe al divieto di lavoro domenicale, anche per ragioni economiche. Questioni elvetiche a parte é piuttosto divertente immaginarci più competitivi di un Paese dove si gode di un vantaggio fiscale maggiore, di migliori condizioni di business generali, di burocrazia più semplice. Ma di qualche difficoltà a tenere aperto di domenica.

Oggi, #30febbraio


Oggi, 30 febbraio, sono successe un po’ di cose.

La mia busta paga, che ho appena ricevuto, si è notevolmente appesantita. Il Governo ha deciso di tagliare le tasse in maniera decise, grazie al recupero dei soldi finora evasi. Fortunatamente non c’è stato bisogno di mettere in campo operazioni straordinarie di polizia o controlli invasivi di conti correnti e spese personali: in un lampo di comprensione, gli evasori hanno gettato lo sguardo al futuro del Paese e hanno capito la differenza tra i benefici di breve periodo (non pagare le tasse) e quelli di lungo.

Sono andato a fare la spesa. Mentre ero in macchina mi ha chiamato mia moglie: aveva un po’ di febbre e aveva bisogno dell’aspirina. Tanto, da oggi, basta andare nell’angolo dedicato del supermercato e trovi tutto quello che ti serve.

E’ una giornata bellissima e ho deciso di portarmi il computer per lavorare un po’ al parco, tanto il Wi-Fi c’è ed è gratuito. Devo dire che da quando la mia azienda ha deciso di aprirsi completamente al telelavoro, la qualità della mia vita è migliorata molto. E sono anche più produttivo.

Devo andare da Milano a Roma e sono indeciso. Preferirei il treno, ma con tre figli usare la macchina è più semplice. E da quando hanno completato la variante di valico, anche se i tempi non si equivalgono, ci siamo molto vicini. Soprattutto perché le merci viaggiano quasi tutte su ferrovia e i tir sono una rarità.

Per andare più a Sud, invece, non c’è paragone, nonostante il raddoppio della A3 appena realizzato: quando sono andato a Reggio Calabria in treno, l’ultima volta, ci ho messo appena cinque ore e mezzo.

Mi prendo tutto il tempo per leggere i giornali. I dati sull’occupazione sono ottimi. Bisogna ringraziare la riforma del mercato del lavoro varata il 30 febbraio scorso e che ha visto l’accordo di tutte le parti sociali: le resistenze al cambiamento si sono improvvisamente allentate. I sindacati sembrano aver capito che si cambia, o si muore. Il Pil cresce ad un buon ritmo, sostenuto anche dai consumi, cresciuti per il taglio delle imposte. Il Paese si sta arricchendo.

(aggiunte gradite)

Liberalizzazioni ed RC Auto. La Coop ci dirà che i biscotti Esselunga costano meno?


E’ come se alla Coop, accanto al prezzo dei biscotti, troviate un cartellino con scritto: vi ricordiamo che all’Esselunga potete trovarli a 10 centesimi in meno, mentre da Conad il prezzo è più alto di 5 cinque centesimi.

E’ come se sul Corriere della Sera trovaste scritto: questo giornale costa 1,20€, Il Sole 24 Ore 1,50€, ma ci trovate tutti i chiarimenti sul decreto Salva Italia con i commenti degli esperti; La Stampa costa come il nostro quotidiano, ma in più c’è il Buongiorno di Massimo Gramellini.

Per l’RC auto le novità che emergono dal decreto liberalizzazioni (e successive modifiche) sono tante, ma l’idea curiosa che lo stimolo alla concorrenza possa provenire dall’obbligo di fornire i preventivi di altre compagnie è rimasta nella formulazione originale.

Eppure, per confrontare, basta avere una connessione internet e andare sul sito di Quattroruote, su quello di Altroconsumo o, ancora più semplicemente, su quello dell’ISVAP.

Il deserto dei TAR


Apprendo, affascinato, che la nuova formulazione del decreto liberalizzazioni, nella parte che riguarda i taxi, prevede che i sindaci, prima di dare eventuali nuove licenze (che si guarderanno bene dal dare), dovranno chiedere un parere alla nuova authority per i trasporti. Su che basi dovranno muoversi i Comuni? Sul monitoraggio effettuato dalla stessa autorità, ossia un’istruttoria sui “costi benefici anche ambientali e in relazione a comprovate ed oggettive esigenze di mobilità e alle caratteristiche demografiche e territoriali”.

Ovviamente, il parere dell’authority non sarà vincolante. In compenso essa disporrà di un’arma straordinaria, anzi defnitiva: potrà ricorrere al TAR del Lazio. Il Paese stia tranquillo: la concorrenza è tutelata, la mania di andar per tribunali e complicarsi la vita inutilmente anche.

Le liberalizzazioni dimezzate e il cambio di passo necessario


Molti commentatori, assai più autorevoli del titolare di questo blog, hanno notato che il decreto sulle liberalizzazioni – quello che il presidente del Consiglio, un po’ pomposamente, ha voluto definire “cresciItalia” – è piuttosto deboluccio. E lo è fin dal suo varo, cioè da prima del depotenziamento parlamentare al quale stiamo assistendo in queste ore: ci si aspettava che uomini che da anni masticano teoria economica sapessero esattamente dove intervenire per sbloccare il Paese. Non è stato così, evidentemente.

Le debolezze del decreto sono evidenti tanto dal lato dai provvedimenti “di sistema”, quelli cioè che dovrebbero dispiegare i loro effetti più a lungo termine, quanto da quelli che toccano più da vicino e con più immediatezza i consumatori.

Qualche esempio. Serve separare  Snam ed Eni, ma sarebbe utile farlo anche con Rete Ferroviaria Italiana ed FS.  Non serve aumentare il numero delle farmacie, serve regolare in maniera diversa la vendita dei farmaci.  Non serve prevedere nuovi posti da notaio,  bisogna rivedere il sistema. Non serve un’authority per le reti e per i trasporti sulla quale scaricare le scelte in materia di taxi.

L’impressione, sgradevole, è che l’esecutivo possa dilapidare (o stia già dilapidando) il patrimonio di consensi del quale gode (o godeva) e deludere le speranze di quei riformisti che – pur tra qualche scetticismo – gli hanno dato fiducio.

Nei prossimi giorni il DL liberalizzazioni diverrà legge. Molto ci sarà ancora da fare, ma forse il vero passo avanti può essere un cambio di fronte, ossia l’affrontare quel mostro orrendo che che è la spesa pubblica italiana.

Così sapete perché ho messo quel grafico là in cima.

Trenitalia e la neve: anche per questo serve una rete separata


Ecco quale potrebbe essere un altro effetto positivo dell’apertura completa alla concorrenza.

Se il gestore della rete ferroviaria fosse separato da chi offre il servizio di trasporto, il suo unico obiettivo sarebbe esattamente quello di mantenere in buon ordine i binari. Non foss’altro perché chi fa viaggiare i treni, altrimenti, gli chiederebbe risarcimenti ad ogni nevicata. E li otterrebbe. 

E invece Trenitalia che chiede un risarcimento a RFI  (che è parte dello stesso gruppo) chissà com’è, non me la vedo proprio. 

Liberalizzazione del liscio


Stando alle indiscrezioni sulla bozza di decreto per snellire le procedure amministrative, si potranno fare feste da ballo in pubblico senza chiedere la licenza al questore. Scommettiamo che nascerà una nuova forma di protesta di piazza?

Taxi, un aggiornamento


A quanto sembra le pressioni dei tassisti, in parte, hanno funzionato

(ANSA) – ROMA, 17 GEN – In sostanza, sarebbe stato presentato un testo leggermente modificato rispetto alle bozze circolate che demanda ai sindaci la scelta di incrementare il numero delle licenze complessive e anche rispetto al singolo tassista. 

Ma la cosa evidentemente non basta

(ANSA) – ROMA, 17 GEN – ”Domani valuteremo e faremo le nostre controproposte e poi verremo convocati nel primo pomeriggio”. Cosi’ Loreno Bittarelii, leader di Unitaxi

Il riassunto è però hanno ottenuto quanto di meglio non potevano chiedere. Ma ve li vedete Pisapia, Alemanno e De Magistris che aumentano le licenze? 

P.S. Nemmeno vi devo dire, visto che ve ne sarete accorti, che lo scenario che avevo previsto nel post appena qua sotto non si è minimamente realizzato. 

Taxi, lo scenario prevedibile


Mentre torme di tassisti imbestialiti si radunano al Circo Massimo, alle 18 Monti incontrerà le rappresentanze della categoria per parlare di liberalizzazioni. “Andiamo dal Governo a chiedere, non a dare” ha tuonato questa mattina al telefono con Radio24 il leader di Uritaxi Bittarelli. Lo scenario prevedibile è che l’esecutivo non possa calare le braghe, pena dimostrazione di estrema debolezza. E i tassisti ricomincino con scioperi selvaggi, auto ferme ad oltranza, blocco delle città, rendendosi ancora più invisi ai non tassisti (compresi quelli che non usufruiscono del mezzo) di quanto non lo siano già. Si balla di nuovo, come con Bersani. Ma temo che questa volta la categoria rischi di trovarsi invischiata in uno scontro frontale che la porterà alla sconfitta. Insomma, liberalizzata e senza diritto metter becco nell’iter del provvedimento. Sono scelte.

Un sogno tassistico


Ma insomma, che protestino. Che strombazzino, che blocchino il traffico, che fermino le città. E che poi si becchino un Governo che resiste perchè sa di essere dalla parte giusta, il disprezzo di tutti gli altri cittadini e magari, perchè no, un bello sciopero degli utenti.

Gentile degli Astolfo

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