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Le primarie per scherzo
Secondo Bruno Tabacci, intervistato oggi dal Corriere della Sera, le primarie in Lombardia
Non devono essere competitive, perchè sarebbero un atto suicida. Abbiamo trovato il candidato che unisce, dobbiamo rafforzarlo.
Un’idea curiosa di consultazione popolare, no?
Ambrosoli
Dunque Ambrosoli annuncia la sua candidatura alle elezioni per la presidenza della Regione Lombardia. Ribadisco l’idea che al centrosinistra le primarie servano comunque. E che servirebbero anche allo stesso Ambrosoli. Così com’è è una candidatura forte solo a Milano e forse in provincia.
Candidature lombarde
Ancora in queste ore, leggo, il PD è indeciso se fare le primarie il Lombardia. L’idea di non procedere con la consultazione nel caso si candidi Umberto Ambrosoli, degnissima persona, presenta una forte incognita: quella di avere in campo una figura troppo milanese.
Facciamo un raffronto. Roma – intesa nella sua accezione più larga, ossia tutta la provincia – rappresenta circa tre quarti della regione Lazio, quindi scegliere un romano per candidarlo alla presidenza è mossa di successo quasi sicuro.
Milano, con la sua provincia, conta 3 milioni di abitanti, che non sono nemmeno un terzo di quelli della Regione. Sbaglierò, ma pensare di portare alle urne Bergamo, Brescia, Sondrio, Como, Lecco per farle convergere sul nome di Ambrosoli sarebbe piuttosto difficile. A meno che la candidatura non sia preceduta da un’investitura popolare come può essere quella delle primarie.
Non dimentichiamoci che l'”effetto Pisapia”, tante volte evocato quando si fa il nome di Ambrosoli, è nato proprio da là. Dimenticarsene, per il centrosinistra lombardo, proprio ora che avrebbe l’occasione di governare, può essere esiziale. Magari sbaglio, eh.
Prendere di petto i problemi del Paese: la bandiera lombarda
Nella prima regione europea per numero di imprese e prima in Italia per Prodotto Interno Lordo, si sta dibattendo di un tema fondamentale.
Il PDL e la Lega in Lombardia non stanno discutendo, al momento, di credit crunch, di lavoro, di smog, di territorio, di corruzione, di criminalità organizzata. Nossignore. Al Pirellone si è scatenata una battaglia su come dovrà cambiare la bandiera della Regione, nella quale bisognerà affiancare la croce di San Giorgio alla Rosa Camuna. La colpa è di Roberto Alboni, ex aennino, che ha presentato un progetto per mettere un nastro tricolore all’innesto del puntale sull’asta “come è indicato dall’araldica nazionale”. “Il tricolore non c’entra nulla con la bandiera lombarda”, replicano dalla Lega, come riferisce il Corriere della Sera.
Il tutto si incrocia con un’altra questione imprescindibile: la festa lombarda, per la quale la Lega ha depositato un progetto di legge. Se la legge passerà, si celebrerà il 29 maggio, come già annunciato l’anno scorso.
E d’improvviso la recessione è lontana, la disoccupazione un argomento secondario, l’aria è pulita, le mani anche e la ‘ndrangheta, come è noto, in Lombardia non esiste (oggi altri 23 arresti a Milano).