Twitter, tempo di pulizia.
La costruzione di una timeline su Twitter è un processo che non si interrompe mai. La scelta di chi seguire o non seguire non procede in linea retta e spesso tiene conto solo parzialmente dei nostri veri interessi.
Sicuramente sarà successo a qualcuno anche con me: ha visto un mio tweet rilanciato da un’altra persona e quella prima impressione lo ha spinto a cliccare “segui”, ritenendo che mi occupassi essenzialmente dell’argomento del quale ho scritto o che un giornalista di Radio24 potesse essere una fonte di informazione, analisi o commento importante. Poi può aver scoperto che su Twitter mi piace anche fare qualche battuta, giocare, a volte parlare di me stesso e aver deciso, giustamente, che non vale la pena avermi in TL. Oppure che può passare sopra a tutto questo in forza degli altri contenuti che produco.
A volte succede che persone che seguivi esattamente perché producevano determinati contenuti abbiano smesso di farlo, oppure che nella costruzione di questa lista vi possano essere ragioni di “sentimento”: amici o colleghi che ti seguono e che senti di non poter fare a meno di seguire.
Tutto questo peggiora in maniera drastica la qualità dell’informazione e delle informazioni che ricevi, al netto del fatto che lo stesso Twitter, come media o social media o social network, abbia perso un pezzo della sua anima.
Insomma, tutto sta a seguire le persone giuste. E a differenza della vita, nella quale gli errori tendono ad accumularsi e cancellarli diventa piuttosto difficile, in rete si può azzerare tutto o cambiare radicalmente strada.
Dunque – e questo post è essenzialmente per gli amici con i quali ci seguiamo reciprocamente – è arrivato il tempo di fare pulizia. Ho bisogno di questo mezzo per il mio lavoro, per capire e imparare qualcosa di più, per avere punti di vista diversi. Ci sono cose che non mi servono. Su tutte
- Parlamentari che tuittano che è #lavoltabuona o è #lavoltacattiva, che Renzi fa tutto bene o fa tutto male. Non me ne frega niente: non stanno producendo informazioni, ma fuffa propagandistica. Lo dico senza offesa: è parte del ruolo che hanno e lo comprendo benissimo. Ma non mi serve
- Persone con posizioni preconcette che si rituittano a vicenda per darsi ragione. L’assenza di dialogo è la morte dei social.
- Persone trolleggianti (spesso fanno parte della categoria precedente)
- Persone che sprecano caratteri e spazio della mia TL per parlar male di altri.
- Persone, spesso giornalisti, che hanno deciso che scrivere come farebbero per Crozza è meglio che scrivere come farebbero per il loro giornale. La battuta ci può stare e quando ha un senso (ossia ci fornisce un taglio di opinione/analisi) ci può stare ancora di più. In troppi esondano.
- Persone che scrivono male.
- Persone che scrivono di argomenti dei quali non me ne può fregare di meno.
Ci sono cose che mi servono. Su tutte
- Informazione generalista
- Informazione economica
- Aggiornamenti su come evolve il lavoro di giornalista
- Analisi economica e di esteri
- Raramente analisi politica
- Qualcosa per distrarmi: un filo di poesia ogni tanto, account che mi rilassano, un po’ di letteratura, qualcosa di storia
Seguo 1100 e passa tra persone e organizzazioni, stimo di poter dimezzare entro un tempo breve. E spero che questo mi porti, di riflesso, a migliorare la qualità dei contenuti che produco io stesso. Le mie scuse agli amici o conoscenti che non seguirò più, c’è sempre Facebook che è più adatto ed è più facile scriversi i messaggini.