Il terremoto ha “intollerabili sembianze di classe” (?)
Grandi ritorni. Se Vendola non vi sazia, eccovi il Fausto Bertinotti di oggi
Dopo un quarto di secolo in cui si è voluta negare l’esistenza della lotta di classe e proclamare la sua scomparsa, persino il terremoto, nei suoi effetti più drammatici, prende le intollerabili sembianze di classe e le prende in uno dei territori più civili e operosi del paese, quell’Emilia Romagna in cui per più di un secolo il movimento operaio e la sinistra sono stati protagonisti di una gigantesca opera di civilizzazione. (segue qua)
Un “seguaci” che potrebbe indurre in errore
Ammetto di essere piuttosto critico quando parlo di Beppe Grillo e ieri ho usato il termine “seguaci” per indicare coloro che hanno commentato, con toni inaccettabili, questo pezzo di Carmelo Palma.
Un chiarimento necessario: la parola “seguaci” la uso per chi sposa acriticamente qualsiasi cosa dica Grillo, non per chi aderisce al movimento 5 stelle animato da pura passione civile (sono molti) e sogna di amministrare una città o persino il Paese. Faranno del loro meglio, immagino, e saranno giudicati sull’efficacia delle loro azioni.
Due parole sul paraguru, ossia Grillo stesso. Probabilmente è animato anche lui da passione civile, anche se la quantità di pubblicità che trovo sul suo sito, la residenza in svizzera e tante altre piccole cose mi indurrebbero a pensar male.
Il problema, a mio modo di vedere, non sono le proposte strampalate e non è nemmeno il linguaggio: abbiamo sentito cose peggiori, seppure non così volgari. Quel che mi preoccupa è il propalare teorie folli e aderire praticamente a qualsiasi teoria del complotto ci sia in circolazione: a 12 ore dalle bomba di Brindisi già faceva sottintendere la strage di Stato; a due giorni dal terremoto ci proponeva l’intervento di Giuliani, quello che “i terremoti si possono prevedere”.
Se cercate ciò che avvelena il dibattito pubblico non guardate al linguaggio, maa questa immondizia.
Applausi a scena aperta
Naturalmente è una banalità, ma in una fase nella quale molti politici europei di primo piano (a partire da Hollande) invocano per la BCE chissà quale ruolo, è importante che Mario Draghi lo ricordi
Can the ECB fill the vacuum of lack of action by national governments on fiscal growth? The answer is no
Il Comune di Milano mette a bilancio le multe dei prossimi sette mesi
Il Comune di Milano ha una capacità mai vista di previsione delle infrazioni commesse. (tratto dal comunicato stampa di Palazzo Marino)
Aumentano le entrate, 20 milioni di euro di cassa in più. E’ infatti del 12,8% la previsione di aumento delle entrate per le sanzioni emesse dalla Polizia Locale nel bilancio 2012 rispetto al 2011. Questa è la misura dell’attenzione che verrà prestata alle categorie deboli della strada: ciclisti, invalidi, pedoni. Una scelta dell’amministrazione per una maggiore sicurezza in strada.
#no2giugno e #bloccare2giugno, oltre i tweet
L’ho detto e lo ribadisco: per quanto importi (poco, presumo) sono contrario all’annullamento della parata del 2 giugno. Scriverò queste righe e me ne pentirò, perché sarò tacciato, tra le altre cose, di scarsa sensibilità nei confronti di chi è stato colpito dal dramma del terremoto. Il mio paese d’origine è stato duramente colpito nel ’97, spero che questa sia un’attenuante.
La Repubblica ha i suoi riti e a questo rito in particolare partecipano molti pezzi dello Stato, anche Protezione Civile, Vigili del Fuoco, Corpo Forestale, Croce Rossa, Polizia municipale di Roma (in rappresentanza di tutte quelle italiane) e sfilano i gonfaloni delle Regioni, delle Province e dei Comuni. Piaccia o no, la parata serve allo Stato per mostrarsi, per dare una rappresentazione simbolica di sè stesso o, comunque, di alcune delle sue funzioni fondamentali e serve a chi le svolge – tra questi, spiacente, c’è anche l’esercito – a sentirsi ancora più profondamente parte dello Stato stesso. Se poi vogliamo raccontarci che i simboli e i rituali non servono, cancelliamo tutto: il 25 aprile, il 1 maggio, le celebrazioni per gli anniversari di tutte le stragi (a partire da quella di Capaci).
Se invece la questione è il rispetto delle vittime e del dramma del terremoto, quante altre cose dovremmo fermare? Quanti spettacoli comici e commedie sono in scena in queste serate in teatri di proprietà dello Stato? Quante feste patronali, quante sagre pagate dalle casse dei Comuni, che sempre Stato sono? Di quante mostre “poco adatte al momento” è programmata l’apertura, nei prossimi giorni, nei musei italiani? Quanti magnifici cambi della guardia faranno i corazzieri? Quante danze e quanti canti da tutto il mondo ospiterà Milano che si prepara ad accogliere il Papa? E, infine, quanto siamo disposti noi stessi, come individui, come parte dello Stato a concedere al lutto? A fermare le nostre attività, le riunioni, le convention aziendali, le serate con gli amici, le cene? Ci fermeremo tutti, forse, e lo faremo il 4 giugno.
La mia impressione, infine, è che alcuni tra coloro che vogliono cancellare la parata del 2 giugno, siano per l’abolizione della parata tout court e non solo in questa occasione. Va benissimo, è un’opinione che rispetto e che posso in parte condividere: inventiamoci qualcosa d’altro, un nuovo rituale, che però comprenda anche gli attuali partecipanti, magari in forma ridotta, e si svolga nello stesso giorno. Magari una “processione civile”, fatta di cittadini. Bene, ma non ora.
Una cosa (forse) preoccupante sull’Italia
Ovviamente tutto va preso con la dovuta cautela. Gillian Tett, del Financial Times, ha intervistato Peter McNamara, capo di NoteMachine, azienda che si occupa della gestione di ATM (Bancomat) in tutta Europa. Il passaggio interessante è questo
In the past two weeks, for example, the value of money that Greeks have been withdrawing from their ATMs has risen sharply (although the frequency of withdrawals has not changed as much). Similar value increases have occurred in Italy, McNamara says.
That might presage a bigger run; or it may be temporary (McNamara says there was a similar swing late last year, which then reversed).
Cose che è giusto tenere sottomano
Così, per non doversela andare a cercare ogni giorno su youtube
Una campagna inaccettabile per Pino Masciari
A Pino Masciari, imprenditore in lotta contro la ‘ndrangheta, testimone di giustizia, hanno tolto la scorta ed è sparito. Quel che è successo lo trovate ben raccontato qua. Spero che non gli sia accaduto nulla e comunque il ministero dell’Interno dovrà chiarire. Da ieri sera, però, le caselle di posta elettronica dei giornalisti, compresa quella di Radio24, sono invase da mail che ripetono
Ho appreso che, da stamattina, Pino Masciari, testimone di giustizia, è stato lasciato senza scorta, a Cosenza. Sono fermamente convinto/a che Paese civile non debba e non possa lasciare soli…
Capisco la nobiltà dell’intento, ma il mezzo utilizzato per segnalare alla pubblica opinione quello che è successo è inaccettabile per vari motivi.
L’e-mail è uno strumento di lavoro fondamentale: non dico che si stia occupando la linea produttiva di una fabbrica, ma poco ci manca. Non solo: tramite e-mail riceviamo comunicazioni interne (l’averne persa una, oggi, mi ha già creato un problema) ed esterne. Potrebbero sfuggirmi cose importanti per il mio lavoro o per la collettività: un comunicato stampa che mi dia una notizia che devo dare il prima possibile o un altro col numero di emergenza per gli sfollati in Emilia
E poi c’è una questione più generale. La vicenda della scorta di Masciari è importante, ma chi mi assicura che, ritenendo che il metodo funzioni, le persone che lo utilizzano non decidano di applicarlo anche a fatti di minore gravità, ma che loro ritengono rilevanti?
Mi sembra il caso di smetterla.