Ancora in queste ore, leggo, il PD è indeciso se fare le primarie il Lombardia. L’idea di non procedere con la consultazione nel caso si candidi Umberto Ambrosoli, degnissima persona, presenta una forte incognita: quella di avere in campo una figura troppo milanese.
Facciamo un raffronto. Roma – intesa nella sua accezione più larga, ossia tutta la provincia – rappresenta circa tre quarti della regione Lazio, quindi scegliere un romano per candidarlo alla presidenza è mossa di successo quasi sicuro.
Milano, con la sua provincia, conta 3 milioni di abitanti, che non sono nemmeno un terzo di quelli della Regione. Sbaglierò, ma pensare di portare alle urne Bergamo, Brescia, Sondrio, Como, Lecco per farle convergere sul nome di Ambrosoli sarebbe piuttosto difficile. A meno che la candidatura non sia preceduta da un’investitura popolare come può essere quella delle primarie.
Non dimentichiamoci che l'”effetto Pisapia”, tante volte evocato quando si fa il nome di Ambrosoli, è nato proprio da là. Dimenticarsene, per il centrosinistra lombardo, proprio ora che avrebbe l’occasione di governare, può essere esiziale. Magari sbaglio, eh.
[…] Ambrosoli annuncia la sua candidatura alle elezioni per la presidenza della Regione Lombardia. Ribadisco l’idea che al centrosinistra le primarie servano comunque. E che servirebbero anche allo […]